Luglio sorprendentemente ricco per essere stato così mortalmente torrido e incasinato, anche se con qualche delusione di troppo - pur meritevole di menzione nella mia rubrichella senza pretese!
Ma ci arriviamo tra poco perché, come potete intuire dall'immagine di copertina, per me il mese alla fine lo vince V: Lamentation.
Amo l'hard rock '70-'80 (Boston, Thin Lizzy, Blue Öyster Cult, Ashbury...) pure quando essenziale e dritto al punto e non necessariamente progressivo.
Conseguentemente non posso non voler bene ai Wytch Hazel, che si sono formati nel 2011 ma suonano come se fossimo nel 1978!
Dovrei riascoltarmi i vecchi dischi per dirlo con certezza, ma credo proprio che questo V: Lamentations potrebbe essere il loro disco che ho apprezzato di più 😌
Calva Louise - Edge Of The Abyss

Grazie a Efi per l'ottima segnalazione e la solita bella rece di AMG!
Ora, come la recensione sopra anche io non saprei bene come definire i Calva Louise:
Un po' di metalcore? Crossover anni 2000 un po' da Maximum the Hormone? Con un po' d'industrial, elettronica, metal estremo, tutta roba che potremmo genericamente definire come alternative (definizione che detesto, ma vabbè) ma vabbè, diciamo che sono l'esempio plastico di quanto sia insensato farsi troppe pippe mentali sui generi:
la voce clean della talentuosa venezuelana Jessica Allanic, per quanto sia voluto, per me è a tratti troppo poppettara (specialmente in inglese), ottime le parti in scream/growl e notevolissima quando canta in spagnolo.
Lo Que Vale probabilmente la mia preferita, ma come detto ce n'è un po' per tutti i palati!
King Witch - III

Extra-mese di poco (uscito a fine Giugno) grazie a Zel e il solito imprescindibile Angry Metal Guy!
Laura Donnelly è un po' una Janis Joplin dell'Heavy Metal e le atmosfere da doom settantiano (e quindi sabbathiano) scorrono potenti in questa bellissima band di Edinburgo.
Potenzialmente credo che questo sia il disco più accessibile e radiofonico di questo mese (a scanso di equivoci, è un complimento!)
Arch Echo - 3x3: Catalyst

Altro extra-mese (27 giugno, mannaggia a loro): tre progrissime strumentali da questi simpatici e talentuosi ragazzotti del Tennesee, forse qualche virtuosismo di troppo ma tutte molto godibili!
We Lost the Sea - A Single Flower

Anche qui grazie a Efi per la dritta!
Un bel postmetal depresso e cattivo il giusto dall'Australia, ottimo per colonne sonore lavorative o per blande letture che non richiedano troppa concentrazione.
In estrema sintesi?
Suono pesante per morale pesante (con la provocazione del prezzo del digitale su bandcamp che santo cielo)
Impureza – Alcázares

Dunque, io adoro il flamenco:
partendo da Paco de Lucía, passando per Rodrigo y Gabriela o i mirabili esperimenti rock di Robert Rordiguez coi suoi Chingon...Quelle chitarre lì mi piacciono sempre, ecco.
Siccome nel caso non si fosse capito mi piace tanto pure metal, mi dichiaro colpevole di aver scoperto gli Impureza soltanto ora:
techincal death metal molto cattivo e brutale miscelato con le caratteristiche sonorità latine e un po' di casino in termini di tempo (consiglio le recensioni di AMG e The Progressive Subway per approfondimenti).
Vocalmente non è certo il mio tipo di growl (però in spagnolo, che figo!) e la produzione mi pare non aiutare il senso da ma che bordellone sto ascoltando?
Però in sintesi, direi un bel casino o meglio ancora un ¡Un caos hermoso!, certamente con un suono originale e diverso dalla media del metal estremo e, anche solo per questo, dovrò proprio recuperare qualcosa del loro repertorio (anche se temo siano troppo brutal per i miei gusti)
Ophelion - The Jaunt

Progressive metal con concept album su un racconto di Stephen King e secondo voi io non me lo ascolto? 😏
Purtroppo per me il canto clean di Marcello Vieira mi ha portato troppo verso il lato LaBrie della luna quindi non ho apprezzato del tutto il disco, ma alcune cose interessanti ci sono!
Non divento matto manco per il tizio del growl della situazione (Gabriel Ricco) ma lo preferisco a Vieira, forse il problema più generale è con la produzione del disco ma chissà. Peccato!