E si riparte con il 2025! Chissà per quanto proseguirò con 'sta rubrica?
Questo Gennaio doveva essere segnato da un "pochi ma buoni": un po' perché sono in una fase un pelo più "rewind", un po' perché molti dischi sono usciti giusto negli ultimi giorni (stavo aspettando i Century per pubblicare 'sto post!)
The Halo Effect - March Of The Unheard
Come forse saprete uno dei gruppi che mi porto dietro sin dall'adolescenza sono i Dark Tranquillity di Mikael Stanne e, tra i miei costanti ascolti della scena melodeath di Gothenburg, non mancano mai i primi dischi degli In Flames, ovvero quelli dove c'era Jesper Strömblad (Jesperone per gli amici).
Bene:
The Halo Effect è un supergruppo che di fatto coinvolge tutti questi nomi storici della sopracitata scena in un nuovo progetto, qualcosa di analogo al per me deludente esperimento gothrock Cementery Skyline (dove c'era sempre Stanne alla voce, in questo caso esclusivamente clean - se ne era parlato lo scorso ottobre).
In questo caso, confesso che ero già preso benissimo dai singoli Detonate e dalla vecchia Feel What I Believe (dal precedente Days of the Lost 2022) e oh, non sono stato minimamente deluso:
Stanne è uno dei growler che amo di più, e Jasper è un chitarrista straordinario nelle soluzioni melodiche oltre che nei riff più cattivi e spinti: in un certo senso, visto che non impazzisco per Anders Fridén (storica voce degli In Flames) è come se avessero risposto al mio sogno di bimbo nell'avere la voce di Mikael sommata al sound di capolavori quali Clayman o Jester Race...
Anche se beh, per quanto questo March Of The Unheard risulti un disco stupendo che farà le gioie di chiunque abbia mai amato il Gothenburg-sound, senz'altro è anche molto un lavoro di mestiere, seppur sorprendentemente pregno dell'ispirazione dei bei tempi andati (se c'eravate, ditemi voi se ascoltandolo non vi pare di essere nel 2005).
D'altronde è un supergruppo con gente affermata e decenni di gavetta alle spalle, quindi immagino sia normale.
Poi oh, io in ogni caso sono contentissimo!
Diciamo che, se già masticate il genere, qui vi fate una bella abbuffata (ciao Zel!):
Between Directions, What We Become, A Death That Becomes Us, Coda...
Senza dimenticare il breve, stupendo esperimento da colonna sonora Cruel Perception!
Vabbè in generale, ascoltatelo tutto:
oltre all'eterna giovinezza di Stanne, Jasper fa venir proprio voglia di riprendere chitarra e tablature.
se invece siete completamente a digiuno di melodeath o avete problemi con il tizio del growl ™ (ciao Efi), credo che questo possa essere un buon punto di partenza per poi recuperare i classici, sia lato Dark Tranquillity che In Flames.
Bunsenburner – Reverie
...ok, non si giudica un libro dalla copertina, ma un album sì giusto?
Perché io questo l'ho ascoltato proprio per lei.
E oh.
Devo dire che...
C'è un qualcosa che mi sconfinfera.
Tutto strumentale, riff tipicamente doom con una produzione e un ritmo più sullo stoner, ma anche con cambi di ritmo che hanno un qualcosa di progressivo, o meglio ancora pischedelico.
La cosa più interessante è che c'è davvero un po' di tutto qui in mezzo:
Letting Go (softly) per dire mi pare perfetta per la OST di Caves of Qud.
Toro sembra una figlioccia dei Tool, e in Trigger a un certo punto sembra di ascoltare l'audio di un porno con protagonisti gli alieni di Space Invaders.
Poi Waltz, alone che è un altro capolavoro western, nonché il mio brano preferito del disco.
Insomma, mi è piaciuto da matti.
O da gatti.
Insomma, avete capito.
Axetasy – Withering Tides
Restiamo in Germania e aaaaawh, le gioie del vecchio speed metal tedesco ❤️ a tratti, mi è parso quasi di sentire i primissi album dei Blind Guardian o qualcosa dei Running Wild.
Canzoni come Beyond all Order sono colme di tutta quella divertente ignoranza alcolica che spesso è tutto quello di cui ho bisogno, specie in un pub o a un concerto.
Sempre bello vedere che ci sono in giro un po' di band di giovanotti che riprendono la vecchia scuola portando avanti inediti di tutto rispetto.
Century - Sign Of The Storm
Ci spostiamo in Svezia ma restiamo con il principio band giovane - musica vecchia, visto che i Century suonano un heavy metal estremamente classico ed epico, molto prossimo a quello che proponevano i Manilla Road negli anni '80 con un "senso del riff" che riporta ai soldi capisaldi britannici (Judas Priest, Iron Maiden).
Disco davvero molto bello nel suo essere marcatamente classico, e incredibile se pensiamo che a dispetto delle apparenze parliamo di un duo:
- Staffan Tengnér (voce, chitarre)
- Leo Ekström Sollenmo (basso, batteria)
solidi, sicuri, epici senza mai scadere nel ridicolo o anche solo nei tipici momenti "over the top" che il genere un po' si porta appresso:
tutto il disco merita (forse va giusto un pelo lungo su certe canzoni), e dovessi consigliarvi un ascolto per tastare il terreno, direi Fly Away!
Avatarium – Between You, God, the Devil and the Dead
Non so se potremmo considerarlo un altro supergruppo: alla fine girano da più di una decina d'anni, ma si portano dietro gente di band importanti (Candlemass, Evergray, Tiamat...) e la particolare voce di Jennie-Ann Smith.
Li sto scoprendo tardi, ci sento molto dei Black Sabbath periodo Dio o meglio ancora l'ultimo, glorioso progetto Heaven & Hell.
Vorrei dire di più, ma è un album molto "denso", quindi devo ragionarci su ancora un po'.
Per ora, la title track è probabilmente la canzone che mi è piaciuta di più!
Tremonti - The End Will Show Us How
No, il nostro ex-ministro dell'economia non c'entra anche se l'omonimia fa sempre sorridere:
Mark Tremonti (chitarra di Creed e Alter Bridge) da anni si è messo in proprio in un progetto solista di buon successo...che a me per qualche motivo continua a non fare impazzire.
In teoria, Mark si vorrebbe rifare al thrash (Metallica in primis) e uno certo spirito heavy che non ha spazio nelle sue altre band...
In pratica, a me non pare troppo lontano dall'alternative rock / metal americano che impervesava nei primi anni 2000, quindi quello degli Alter Bridge con una produzione da Godsmack.
Saranno le famigerate influenze post-grunge o boh.
Just Too Much e Nails hanno bei riff che mi han fatto venir vagamente voglia di Zakk Wylde e dei suoi Black Label Society (saranno gli armonici?)
Nel complesso per me non scatta la scintilla, ma è senz'altro un buon disco, ottimo sottofondo in qualche pub metallaro per bersi qualche birretta.
Elyose – Évidence
Electro Gothic Symphonic Metal (Ma sì, abbondiamo, punto e punto e virgola!) che sa tantissimo di primi anni 2000 con voce femminile e la notevole particolarità del cantato in francese.
Produzione interessante e buon ascolto da sottofondo, abbastanza radiofonico con qualche chitarra djent qui e la.
Ma onestamente, non fosse per l'utilizzo del francese, credo l'avrei trovato abbastanza banalotto nonostante rielabori un bel po' gli stilemi a cui siamo abituati.
PS: E sì, Justine Daaé è una bella crushona