La Noia di Final Fantasy XVI

La Noia di Final Fantasy XVI

Una corona di spine sarà l'Eikon per la mia festa

Sì, il titolo di questo post è un featuring immaginario tra Angelina Mango e Final Fantasy XVI, perdonatemi.

Partiamo dalla ciccia:

Final Fantasy XVI fa schifo?

No.

Final Fantasy XVI è un capolavoro?

Nemmeno.

Allora basta, smetto di leggerti

Comprendo bene una reazione simile: nell'internet odierno la polarizzazione è prassi e in 'sta cosa ci sguazziamo dentro globalmente.

Specifico che, in ogni caso, le parole che seguiranno non sono assolutamente una recensione ma più che altro una serie di riflessioni sulla trama del gioco e il futuro della serie in generale.

Ok, elabora.

Partiamo col dire che, come per il recente Final Fantasy VII Rebirth, ho provato un pochino del gioco giocato per poi guardarmi praticamente su YouTube.

Ma perché?!

In soldoni?

E quindi, che dici?

Dico che, dal punto di vista narrativo, Final Fantasy XVI è una grossa occasione mancata.

Clive è un bel protagonista, Cid un personaggio splendido, l'ambientazione intrigante e i concetti dietro la trama molto profondi e "alti" (più di qualcosa mi ha rimandato ai lavori di Matsuno, specie Final Fantasy Tactics)

Ma?

...ma:

beh...il risultato è un buon vino annacquato, specie da metà gioco in poi.

Personalmente, credo che con venti ore in meno, eliminando qualche side quest di troppo e dando un po' più di enfasi al trascorrere del tempo tra un arco narrativo e l'altro (un'ottima intuizione) FFXVI mi avrebbe coinvolto parecchio di più.

Morale

Final Fantasy XVI ha tanto di buono e offre parecchie strizzate d'occhio alla legacy di Final Fantasy, specie quelli delle origini (tra cristalli, evocazioni e musiche i rimandi si sprecano), ma si porta dietro un DNA estremamente diverso.

È un male?

No, è da FFX-2 che Final Fantasy è diventato qualcosa di diverso, ma questo non significa necessariamente brutto, e FFXVI infatti è un bel gioco, che forse avrebbe richiesto un editing più incisivo per diventare veramente memorabile e un buon punto di partenza per il futuro.

Il guaio, a mio modo di vedere, è che Square Enix sembra mancare di una vera e propria linea editoriale che tenga assieme i suoi vari team di sviluppo, gettandosi in progetti forse fin troppo ambiziosi per le sue forze.

Ed è un peccato perché, come la storia di Clive ci insegna, gente di talento a Squex non manca.

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